Officina delle Immagini

Fiori per Riccardo De Antonis
dopo un anno - maggio 2021


©Fotografia di Teresa Bianchi

Riccardo alle cinque del mattino in un giorno d’estate del 1980, con Pasquale fotografava Palazzo Farnese a Caprarola. Un po’ imbronciato per quell’orario così inusuale ma giusto per la luce che serviva a fare delle straordinarie fotografie.

Io che in quell’occasione particolare avevo avuto l’onore di accompagnarli: giovane, amante della fotografia li guardavo estasiata per imprimere nella mia memoria il loro lavoro.

Pasquale aveva l’energia dell’eterno sapiente, toccava i suoi strumenti e scattava in quella posizione "occhio mirino - adesso faccio un capolavoro" e Riccardo abbozzava allungando il cavalletto e spostando le luci.

Era il 1980 circa, loro lavoravano con apparecchi fotografici e grandi lastre per clienti come il Ministero dei Beni Culturali, delle Tradizioni Popolari, le grandi case di Moda, la Christie’s e tanti altri.

Pasquale De Antonis, quando lo incontravo nel suo studio di Piazza di Spagna, mi raccontava episodi della sua vita: lo studio a Pescara e poi la venuta a Roma e l’apertura dello studio che fu prima di Bragaglia e degli artisti che aveva fotografato e conosciuto.

Conobbi prima Pasquale perché in quel periodo collaboravo con il Corriere della Sera e scrivevo di fotografia, nello stesso tempo dirigevo una rivista: Piano Focale con Il Fotogramma di Via Ripetta.

Negli anni della conoscenza Riccardo viveva un po’ all’ombra del padre-eterno ma lui aveva altre immagini da proporre.
Ad esempio i suoi viaggi che lo portarono in terre lontane, in quegli anni senza turismo, fece reportages di grande rilievo.

Poi il teatro: Riccardo De Antonis realizzò immagini "riservate" lui non chiedeva di essere visto ma trovava sempre la posizione per dare il giusto patos alle sue fotografie.

Ad aprile del 2018, insieme anche alla fotografa e amica Maristella Campolunghi, abbiamo realizzato con Riccardo un reportage sulla processione del Venerdì Santo di Orte.
Un tema caro Pasquale e Riccardo, quello delle tradizioni popolari. Fu un’occasione anche per scambiarci ritratti e per parlare di fotografia nella sua casa studio di Orte.
Sono stati giorni di immersione nella fotografia, nell’arte e nei ricordi.

Le immagini di Pasquale sono in giro per il mondo, quelle di Riccardo le seguono perché la loro vita professionale è legata da una grande stima reciproca e d’amore.

Riccardo è una figura insegnante come lo fu Pasquale. Un fotografo che ha lasciato varie tracce: nella sua fotografia, nella passione per l’arte in genere, nella gioia con gli amici e quella per la vita.

Riccardo è stato per me un grande amico, un grande fotografo, un maestro.

Per noi creativi basta poco per trasformare fiori in parole.

Teresa Bianchi



©Fotografia di Teresa Bianchi

 

 



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