recensioni
Chiostro di San Francesco
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Dopo il
successo ottenuto, su esplicita richiesta della Città di Arcevia, proseguono
gli eventi di AR(t)CEVIA International Art Festival, con la mostra RE-MIX.
In esposizione, fino al 2 novembre, in un contesto diverso, parte delle opere già
presentate per il festival e opere nuove.
Palazzo dei Priori e Chiostro di San Francesco di Arcevia, entroterra
marchigiano, provincia di Ancona
Giovanna
Alfeo, Tiziana
Aliffi , Alice
Arisu, Alessandra Ascrizi & Toso
Francesca, Michela
Baldi, Massimo
Bardi, Brighart, Cecilia
Bossi, Maria Cecilia Camozzi , Maristella
Campolunghi, Paolo
Chirco, Enzo Correnti, Valentina Crasto, Rodolfo
Cubeta, Antonio De Rose , Paola
Di Giovanni, Eugenia
Di Lorenzo, Daniele
Farina, Rossella
Fava, Giuseppe Filardi, Roberto
Fontana, , Gec, Ignazio
Fresu, Giuseppe Gigli,
Pier Maurizio Greco, Thomas Hirsch, Igor Imhoff ,
Pino
Lauria, Silvana Lunetta, Jeremie
Magar, Stefano Momentè, Nabil,
Massimo
Nicotra, Domenico
Olivero, Omino71, Murat
Onol, Orodè, Roberta
Padovani, Angelo
Palumbo, Giuseppe
Persia, Gianni
Piacentini, Alexandre Reigada, Eleonora
Scarpellini, Pino
Schettino, Claudia
Sejanovich, Noemi Silvera, Claudia
Vianello, ZEFRAM,
Sasha
Zelenkevich
La prossima mostra “Luca
Signorelli 1508-2008, La Pala di Arcevia e i capolavori di San Medardo”
riporta la memoria ad un’epoca nella quale Rocca Contrada (l’odierna Arcevia)
ha visto quasi in contemporanea operare i maggiori artisti dell’epoca, con
espressioni diverse sul piano delle forme artistiche, ma unite dal comune
denominatore della “modernita” e della “universalità” in confronto alla
tradizione locale. In questo contesto, si intende riproporre Arcevia come luogo
di incontro e interscambio dei linguaggi artistici contemporanei, e di questi
con la realtà locale; ci si vuole ricollegare così idealmente al progetto
della “Comunità Esistenziale”, proposto negli anni ’70, che vide intorno
alla figura di Edgardo Mannucci, che viveva ed operava ad Arcevia, radunarsi
alcuni dei maggiori protagonisti dell’arte e della cultura contemporanea
italiana (da Burri a Parisi, Tonino Guerra, Antonioni, Crispolti, ecc.).
La “rocca lungo la via” ed i suoi territori hanno quindi sempre posseduto un
fascino particolare, in grado di attrarre lo sguardo e l’animo del viaggiatore
all’interno di una ricchissima rete di crocicchi, naturali e culturali; allo
stesso tempo la rocca può diventare un luogo privilegiato d’osservazione: non
più per quel che concerne la strategia economica e militare, ma anche,
soprattutto oggi, un punto dal quale si possa prestare attenzione viva e
partecipata al mutevole e sempre più convulso fluire degli eventi, che non si
limitano soltanto a circondarci, ma tenderanno, inevitabilmente, a coinvolgere
ciascuno.
Il progetto è quindi aperto programmaticamente alle espressioni artistiche
contemporanee più innovative sul piano dell’espressione, della contaminazione
culturale e tra i linguaggi ed i “mezzi”, dell’apertura alla “globalità”:
in particolare si cercherà di coinvolgere artisti svincolati dalle logiche di
mercato, con speciale attenzione ai giovani.
Il progetto mira inoltre ad integrare per quanto possibile gli artisti con la
realtà sociale locale, sui piani sia della effettiva diffusione territoriale
delle attività, sia del coinvolgimento delle comunità locali nelle attività
stesse, sia del rapporto anche didattico tra gli operatori ed i fruitori, in
particolare sul versante della popolazione in età scolare.
Si vuole in definitiva investire sulla cultura come motore dell’integrazione
sociale, in funzione di mediatrice tra i linguaggi e le forme espressive, ivi
comprese quelle rappresentate dalle comunità immigrate.
In tal senso saranno promosse le forme espressive legate alla “rete” ed alle
innovazioni tecnologiche, sia in quanto “moderne” sia per la loro valenza di
immediata comunicatività, in particolare per quanto riguarda la comunicazione
visuale.
Un ulteriore aspetto del progetto riguarda la funzione di “ponte” che
intende assegnare alla comunicazione artistica e culturale, come collegamento
tra le tradizioni locali –non solo quelle autoctone ma anche quelle
insediatesi nel tempo- e l’innovazione della apertura al globale ed al futuro
“in progress”.
La realizzazione del progetto, a regime, contribuirà inoltre alla più ampia
divulgazione del territorio, legando Arcevia ed i suoi castelli ad un
“marchio” artistico e culturale, in grado di attrarre potenziali flussi di
turismo specializzato, sul doppio versante degli operatori e dei fruitori.
a cura di Massimo Nicotra
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