recensione

Una bottega della fotografia a Piazza Fontanella Borghese  

di Teresa Bianchi

 foto-notizie

 

Fotografia di Paul Almasy.

In posa il pittore Bernard Buffet 

 

 

Nel  cuore della Roma storica, tra piazza del Parlamento e via del Corso, c’è  la bellissima piazza di Fontanella Borghese che da sempre ospita le bancarelle di stampe, libri antichi e moderni.

 

Il fascino del luogo è lievitato dai nuovi chioschi, confezionati come vere e proprie bacheche museali.

Tra queste ce n’è uno, diretto da Claudia Bonino, un vero e proprio spazio espositivo dedicato alla fotografia antica e contemporanea.

Tra i pezzi d’antiquariato, fotocamere a soffietto, dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi, che Claudia presenta e ne racconta la storia come una storica della fotografia, c’è anche un angolo riservato all’immagine contemporanea.

 

L’autore, in esposizione attualmente, sia per la visione che per la vendita delle immagini, è Paul Almasy (1906-2003), fotografo ungherese riconosciuto come uno dei maestri della fotografia accanto a Henry Cartier-Bresson, Gisèle Freund, Robert Capa.

 

Nato nel 1906 a Budapest studia scienze politiche a Heidelberg e Vienna e decide di dedicarsi al giornalismo. 

Nel 1925, la sua prima missione, è come corrispondente in Marocco durante la rivolta di Abd el-Krim, ma è nel ’29 che Almasy parte per l'America Latina per realizzare il suo primo reportage in un'industria di San Paolo che produce un siero dal veleno dei serpenti.  

Nel 1936 inizia una collaborazione, che durerà 45 anni, con il maggiore editore svizzero Ringier & Co.

Paul Almasy si stabilisce in Francia nel 1938. 

  

In linea con l'impegno di fotografi come Walker Evans e Dorothea Lange che fotografano per la Farm Security Administration durante il New Deal, Almasy attua le sue ricerche per dimostrare la miseria umana. Le immagini denunciano inquinamento industriale, insicurezza nella vita rurale, problemi relativi alla salute di popolazioni più povere.

 

Completa i suoi reportages intervistando grandi personaggi: Eisenhower, Mussolini, Negus, Charles de Gaulle, Konrad Adenauer e scrive la biografia di Madame Vincent Auriol nel 1948 e della regina Federica di Grecia nel 1952. In questo anno diviene socio accreditato presso organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite: UNESCO, OMS, UNICEF, la FAO.

 

Nel 1953, Almasy intraprende un lavoro sul problema razziale in Sud Africa e sulla condizione delle donne in diversi paesi. Prepara una relazione sugli aspetti del problema della droga in Asia e la vita degli eschimesi per l'OMS.

Nel continente americano, dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco, si muove sia in senso longitudinale che trasversale.

 

Come docente di fotogiornalismo, dal 1973,  presso il Centro per la formazione dei giornalisti, insegna i suoi principi:

"Il fotogiornalista non deve solo mostrare le cose, ma le sue fotografie devono anche dire delle cose. Il tutto con imparzialità".
"Il giornalismo è una professione che richiede alti valori morali e di etica  e questi devono essere rispettati scrupolosamente. Ho sempre avuto il desiderio di rispettare la verità, quella di mostrare le cose come stavano”.

 

Paul Almasy espone in Europa e in America.

Pubblica, un saggio di teoria di riferimento: "La fotografia, mezzo di informazione" (edizioni Tema, 1975) e due libri fotografici: “Paris”  una raccolta del bel mondo parigino e degli artisti che vivono e sono passati nella città più bohémien del mondo.

 

Il suo sguardo si adagia anche su ritratti di personalità artistiche come Breton, Chagall, Giacometti, Bernard Buffet, Man Ray ripreso nel suo studio nel 1961 e di un giovane Alain Delon in compagnia di Romy Schneider (1963).

 

Alcune sue immagini, ora, potete ammirarle nella bottega di Claudia Bonino, a Fontanella Borghese. 

 

Una chicca per appassionati di fotografia.

 

 

 

 

   Claudia Bonino